Sponsorizzazioni
Sponsorizzazioni culturali
HV Hydraulic S.r.l., in collaborazione con la Fondazione Dozza Città d’Arte e lo Studio Associato BioRes Restauri, ha deciso di consolidare ulteriormente l’armoniosa relazione che già ha instaurato con il territorio su cui opera, attraverso un ambizioso progetto di mecenatismo culturale volto a far rivivere l’originario splendore di alcuni preziosi ambienti e decorazioni all’interno della Rocca Sforzesca di Dozza, che ad oggi restano celate e non accessibili ma che hanno molto da raccontare.L’iniziativa concretizza la volontà di proteggere e promuovere la cultura, risorsa insostituibile e di grande aiuto anche a! mondo delle imprese che operano in Italia e all’estero.
Questo coinvolgimento nasce non solo da una ferma convinzione di partecipazione civile, ma anche dalla certezza che investire nel Made in Italy, nelle capacità, nelle tradizioni, nella cultura del Paese, sia il modo migliore per renderlo più competitivo e quindi, per dare opportunità migliori a tutte le persone che in questo Paese vivono, lavorano, ne amano la storia e le sue tradizioni.Sostenere la cultura, per la quale l’Italia è leader nel mondo, serve indubbiamente a tenere alta la reputazione del nostro Paese, a fare in modo che sempre più persone da tutto il mondo abbiano voglia di visitarlo e, in questo modo, a sostenerne anche l’economia reale che crei nuovi posti di lavoro soprattutto per i giovani.
Questo è perciò il tributo che HV Hydraulic S.r.l. vuole rendere all’Italia, per garantirne un futuro migliore grazie alla salvaguardia del proprio passato e delle proprie radici, di cui l’arte si fa portavoce.
Rocca di Dozza - HV Hydraulic S.r.l.
Rocca di Dozza - HV Hydraulic S.r.l.
Rocca di Dozza - HV Hydraulic S.r.l.
La storia del borgo di Dozza

Abitato fin dall’età del Bronzo, il luogo fu prima assoggettato ai Galli, poi ai Romani. Il primitivo insediamento, fondato in epoca romana, fu cinto di mura nel 1086 e munito di una torre dai Bolognesi, sull’unica entrata al Borgo, dando così origine all’attuale abitato.
Nel 1198, la guelfa Bologna riuscì ad impadronirsi del castello, provocando l’esodo dei Dozzesi di parte ghibellina che si rifugiarono a Imola.
Nel 1310 per iniziativa di Romeo Pepoli, commissario della guerra, venne fortificata la Rocca che era stata ricostruita dagli stessi Bolognesi verso la metà del XIII secolo.
Nel 1412 Dozza diviene feudo della famiglia imolese degli Alidosi e poi dei Riario.
Nel 1494 il feudo è sotto il dominio di Caterina Sforza, moglie di Girolamo Riario, che lo tenne fino al 1499 quando venne conquistato da Cesare Borgia, per poi tornare in breve tempo allo Stato della Chiesa.
Nel 1529, dopo un breve periodo di signoria della famiglia Malvezzi di Bologna, Dozza venne ceduta da papa Clemente VII in feudo al Cardinale Lorenzo Campeggi.
Nel 1728, con la morte di Lorenzo Campeggi, il marchesato di Dozza pervenne a Francesca Maria Campeggi, moglie di Matteo Malvezzi, venendo così a formare l’inscindibile binomio di cognomi.
Nel 1830 Dozza toma a far parte dello Stato della Chiesa, fino a costituirsi Comune autonomo nel 1861, con la proclamazione del Regno d’Italia.
La Rocca
La Rocca fu costruita nel 1250 dal Comune di Bologna e ampliata nel 1310 da Romeo Pepoli.L’aspetto attuale si deve all’architetto Giorgio Marchesi che vi lavorò alla fine del ‘400 quando la Rocca fu sotto il dominio di Caterina Sforza, ricostruendo parte delle cortine e fortificandola col torrione maggiore, il Torresino, splendido esemplare di architettura militare tardo quattrocentesca.
Tali lavori fecero perdere gran parte delle tracce della vecchia costruzione medievale. La trasformazione della Rocca da struttura puramente militare in palazzo signorile fu iniziata da Annibale, Baldassarre e Vincenzo Campeggi, che occuparono l’edificio nel 1565 e fu terminata da Antonio Campeggi nel 1594.
I lavori di ristrutturazione e di ampliamento del possente edificio furono affidati ai Massari di Dozza e si protrassero fino al 1594, con lo scopo di ricavare capaci e decorosi ambienti consoni alle funzioni di sede di rappresentanza feudale della rocca.
Nel 1798, in età napoleonica, la Rocca fu sul punto di venire confiscata, ma il marchese Giacomo Malvezzi-Campeggi seppe scongiurare un simile provvedimento rivendicandone la proprietà.
L’apertura al pubblico di questa dimora signorile è avvenuta nel 1960, quando l’edificio è stato acquistato dal Comune, grazie anche al sostegno della Provincia di Bologna. Dal 1999 è avviato un progetto di recupero e riqualificazione complessiva della Rocca ancora in corso, finanziato dal Comune e dalla Regione Emilia-Romagna.
Interventi di restauro all’interno della Rocca di Dozza
Le Logge nella corte interna
La corte interna della Rocca è composta da tre logge di gusto rinascimentale coperte da volte a crociera, sorrette da colonne in pietra arenaria con capitelli particolarmente decorati. In alcuni punti si possono vedere tracce delle ricche decorazioni che in passato coprivano la volta e le pareti di questi ambienti.
Rocca di Dozza - HV Hydraulic S.r.l.
Rocca di Dozza - HV Hydraulic S.r.l.
Rocca di Dozza - HV Hydraulic S.r.l.
La Cappellina di Santa
Barbara
La Cappellina dedicata a
Santa Barbara fu probabilmente realizzata durante gli interventi seicenteschi
di ampliamento della Sala Grande. Negli inventari della Rocca del 1795 e del
1812 è documentata la Cappellina, completa di altare e arredi sacri. La piccola
cappella privata scompare nel XIX secolo a seguito delle trasformazioni della
cucina al piano terra e della costruzione di un montavivande e nuove canne
fumarie che ne occupano in parte il vano. Sulle pareti sono ancora oggi
visibili tracce dell’antica decorazione pittorica che emergono dalla pittura
bianca uniformemente stesa sulle superfici.
Rocca di Dozza - HV Hydraulic S.r.l.
Rocca di Dozza - HV Hydraulic S.r.l.
Rocca di Dozza - HV Hydraulic S.r.l.
Lo Studiolo Privato
A completamento
dell’appartamento nobile vi è uno Studiolo riservato di gusto settecentesco con
vista panoramica dal terrazzino orientato ad ovest. Lo Studiolo annoverava al
suo interno, oltre a del mobilio, una lunga lista di piccoli dipinti di vario
soggetto accuratamente incorniciati e fissati al muro con delle cordelle rosse
intonate alle tappezzerie, rosse come nelle altre stanze dell’appartamento.
Nella volta dipinta, entro riquadrature decorate, sono raffigurate eleganti
decorazioni fìtoformi monocrome.
Rocca di Dozza - HV Hydraulic S.r.l.
Restauro della Loggia “dei fogliami”
Grazie all’impegno dell’HV Hydraulic S.r.l. nel promuovere la cultura e proteggere il patrimonio culturale, attraverso contributi donati alla Fondazione Dozza Città d’Arte tramite l’Art Bonus, è stato possibile realizzare il primo dei progetti di restauro che riguardano alcuni ambienti all’interno della Rocca Sforzesca di Dozza.
L’intervento di restauro conservativo della Loggia “dei fogliami”, eseguito dallo Studio Associato BioRes Restauri di Francesco Savoia e Marcello Pedocchi, ha ridato vita e visibilità ai pregevoli apparati decorativi rinascimentali prima solo parzialmente visibili sotto gli strati accumulatisi nel tempo.
L’apparato decorativo è composto da motivi floreali ad intreccio raffiguranti foglie di ulivo e foglie di quercia che adornano le nervature delle volte a crociera e da un fregio dipinto a monocromo con ovoli rossi e frange con motivi a damasco lungo la fascia perimetrale delle pareti.








In collaborazione con:

di Francesco Savoia e Marcello Pedocchi
Via Montebello, 740121 Bologna
francescosavoia.f@libero.itmarcello.pedocchi@gmail.com
